"Qualcuno ha iniziato a urlare e ha lanciato volantini tra il pubblico": il concerto dell'Orchestra Filarmonica d'Israele interrotto con fumogeni a Parigi

Giovedì sera sono state arrestate quattro persone, sospettate di aver tentato di interrompere il concerto dell'Orchestra Filarmonica d'Israele, in particolare con l'uso di fumogeni, alla Filarmonica di Parigi.
Questo testo fa parte della trascrizione del rapporto sopra riportato. Clicca sul video per guardarlo integralmente.
In quel momento, nella sala concerti della Philharmonie, la politica eclissò la musica . Fumogeni esplosero in balconata: l'uomo che aveva appena interrotto l'esibizione era un attivista filo-palestinese contrario alla presenza dell'Orchestra Filarmonica Israeliana. Fu affrontato dal pubblico: preso a pugni, spinto verso l'uscita, inseguito tra i corridoi. Scontri violenti scoppiarono in quella che di solito era un'atmosfera silenziosa. Per gli amanti della musica venuti ad ascoltare il Concerto per pianoforte n. 5 di Beethoven, la serata prese una piega inaspettata, segnata da diversi incidenti.
Jean-Michel Transon, uno spettatore, racconta: "Qualcuno ha iniziato a urlare e ha lanciato volantini tra il pubblico dal balcone. Ha causato disordini. Si sentivano grida di 'Palestina libera', antisemite, nella sala. Cinque minuti dopo, è stato acceso un fumogeno. Era spettacolare, quella luce rossa incandescente."
Quattro persone, una donna e tre uomini, sono state arrestate. Uno di loro è su una lista di controllo per i suoi legami con il movimento di protesta. Sono riusciti a provocare disordini nonostante la presenza di un centinaio di agenti di polizia. Il concerto dell'orchestra israeliana era già stato interrotto il 20 settembre a Vienna, in Austria.
Il ministro dell'Interno Laurent Nuñez spiega: "Sapevamo che questo concerto era rischioso. Per questo motivo c'era una presenza massiccia della polizia, sia all'esterno che all'interno, con agenti in borghese".
Secondo un dipendente di una società di sicurezza privata, gli agitatori sono riusciti a eludere il sistema: "È meglio con una perquisizione, con le mani. Qui non ne abbiamo il diritto, negli stadi sì".
Il 6 novembre i musicisti hanno concluso il concerto in piedi, eseguendo l'inno israeliano, un'aggiunta dell'ultimo minuto non prevista nel programma.
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